Il Cantiere Internazionale d’Arte – 48° ediz.

Montepulciano

Il Cantiere Internazionale d’Arte è una manifestazione artistica e culturale ideata nel 1976 dal compositore Hans Werner Henze, i cui scopi principali sono l’interazione tra artisti professionisti internazionali e giovani talenti

murale castelfidardo

La manifestazione ha luogo a Montepulciano e in altri centri della Valdichiana (Cetona, Chianciano Terme, San Casciano dei Bagni, Sarteano, Sinalunga, Torrita di Siena, Trequanda) e prevede l’esecuzione di opere, concerti sinfonici, musica da camera, balletti, performance e spettacoli teatrali. Il festival si svolge solitamente nel mese di luglio con cadenza annuale.
Fondazione Cantiere Internazionale d’Arte dal 14 al 30 Luglio 2023

il 48esimo anno, il Manifesto viene realizzato dall’Artista:
Elisabetta Mastro

Colore. Forma. Movimento. Le opere di Elisabetta Mastro sono create da un’alchimia profonda di questi tre elementi che si rincorrono e si completano ogni volta in modo inedito; il racconto che ne scaturisce è unico e inesauribile.
Osservate in sequenza, le opere narrano il ritmo della vita e ci accompagnano in un mondo intimo, fatto di emozioni, di stati d’animo, di paure e di gioie che si susseguono senza soluzione di continuità. Una successione infinita di molteplici sfumature che si ricompongono in un mosaico di elementi che non ha mai fine; tutti possono riconoscersi nei lavori di Elisabetta Mastro perché la loro essenza più profonda è l’energia inesauribile della vita.

I colori sono vivaci, brillanti, emotivi definiti in un’esplosione continua di contrasti equilibrati e di contrapposizioni armoniche.
La forma è sempre elegante, suggerita da una linea sinuosa, continua e leggera, composta in elementi geometrici che definiscono i volumi dei corpi, restituiti attraverso accostamenti gioiosi di trasparenze, di vuoti e di pieni che si combinano come un ingranaggio perfetto, rivelando il nucleo narrativo e più profondo dell’opera.
Il movimento è quello della danza; il corpo è il protagonista assoluto e assume forza ed espressività plastica. Danzatori e danzatrici immaginari, colti nella tensione di movimenti articolati, ci accompagnano in un mondo interiore, nemmeno troppo nascosto. Le geometrie umanizzate sembrano prendere forza dai loro movimenti, solo apparentemente bloccati nello spazio, pronti invece a condurci in un vortice infinito.
Disseminati nelle opere, nascosti tra i vari elementi, si trovano dei piccoli particolari che ci aiutano a comprendere l’essenza dell’opera; anche le mani sono spesso protagoniste e, accoglienti, conducono l’osservatore con forza ed energia, ma anche con eleganza e leggerezza.
Completa la conoscenza dell’opera di Elisabetta Mastro la gestualità del suo lavoro, in particolare nei murali degli ultimi anni, dove la plasticità delle sue figure è il prolungamento della gestualità del suo corpo, tramite immediato con le sue emozioni, con la fatica emotiva, mai fisica, che entra in campo quale protagonista dell’atto creativo.
Lei stessa afferma: “La mia arte è emotiva. Do tutta me stessa: anche le lacrime… Io mi emoziono”.
Quale migliore garanzia della sincerità di un’artista? (elisabettamastro.it)
Silvia Iacobelli